Il blog di Joe7

  1. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 22

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    Divina Commedia
    Geppo
    By joe 7 il 12 Mar. 2022
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    INFERNO, CANTO 22 - OTTAVO CERCHIO O MALEBOLGE - QUINTA BOLGIA: I BARATTIERI (seconda parte)
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    Il dannato Ciampolo riesce a sfuggire ai demoni buttandosi nella pece: Nagai da una litografia di Dorè.


    Siamo sempre nella Quinta Bolgia dell'Ottavo Cerchio/Malebolge, descritta nel Canto precedente: quella riservata ai Barattieri, cioè a chi guadagna impunemente usando della sua autorità e compiendo ingiustizie. Dante e Virgilio sono accompagnati dai diavoli del gruppo detto Malebranche, che sono obbligati a guidarli all'uscita della Bolgia. Dante commenta lo sconcio segnale di Barbariccia, uno dei demoni dei Malebranche, cioè la famosa trombetta del Canto precedente, osservando che aveva già visto dei cavalieri mettersi in marcia, oppure attaccare in battaglia, eccetera, obbedendo a dei segnali fatti con trombe, tamburi, campane, anche fuochi: mai, però, aveva sentito un segnale come quello scurrile prodotto da quel diavolo.
    Il poeta, mentre cammina, osserva la pece, cercando di scorgere i dannati all'interno. Ne vede alcuni che emergono solo col dorso, come fanno i delfini quando nuotano in mare, nelle vicinanze delle navi: sono però pronti a tornare sotto quando si avvicina il demonio Barbariccia, che può straziarli con gli uncini. Dante li paragona anche a delle rane che sporgono dall'acqua solo col muso e tengono il resto del corpo nascosto. Uno dei dannati è meno rapido degli altri a tornare sotto la pece e il diavolo Graffiacane, che gli è proprio di fronte, lo afferra per i capelli con l'uncino e lo tira su come si fa per una lontra. Tutti i demoni esortano un altro demonio, Rubicante, a scuoiare il dannato con gli artigli; ma Dante chiede a Virgilio se può domandare al malcapitato quale sia il suo nome. Virgilio si avvicina e glielo chiede, quindi il dannato risponde di chiamarsi Ciampolo e di essere originario del regno di Navarra (oggi una provincia a nord della Spagna). Era nato da uno scialacquatore suicida; la madre lo mise a servizio di re Tebaldo II, dove commise molte baratterie che gli hanno causato la dannazione. Il suo racconto è interrotto dal diavolo Ciriatto che lo azzanna, ma poi Barbariccia lo pro...

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    Last Post by joe 7 il 13 Aug. 2022
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  2. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 21

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 5 Mar. 2022
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    INFERNO, CANTO 21 - OTTAVO CERCHIO O MALEBOLGE - QUINTA BOLGIA: I BARATTIERI (prima parte)
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    Nagai ha sostituito gli uncini dei diavoli Malebranche con dei tridenti a due punte, forse per rendere la scena meno truculenta.


    Dante e Virgilio parlano di cose che il poeta non riferisce, quando, ad un certo punto, sono giunti sul ponte che sovrasta la Quinta Bolgia dell'Ottavo Cerchio/Malebolge, in cui sono puniti i Barattieri. Si tratta, in sostanza, di chi guadagna in modo illecito sfruttando la sua posizione di persona importante. Per esempio: chi prende le bustarelle, i giudici corrotti, chi guadagna sulle spalle della povera gente prendendo denaro o vantaggi, politici corrotti, poliziotti violenti che guadagnano grazie alla loro violenza e dicono che hanno fatto solo il loro dovere, sindaci, governanti e kapò che agiscono con crudeltà sui cittadini guadagnandoci sopra, mercanti che vendono carissimo a gente povera, biologi, intellettuali e giornalisti che diffondono false notizie di epidemie terrorizzando e guadagnandoci sopra, medici che inducono i propri pazienti a vaccinarsi con vaccini di provenienza pericolosa perchè incerta, guadagnandoci sopra e così via. Sono tutti "barattieri" perchè barattano la propria coscienza e il proprio prestigio in cambio di soldi, danneggiando tutti.

    Dante osserva il fondo della Bolgia e lo vede incredibilmente oscuro: infatti è pieno di pece bollente, simile a quella dell'Arsenale di Venezia, con cui si riparavano le navi danneggiate (la pece era impermeabile all'acqua, quindi era adatta per riparare il legno). La pece della Bolgia non è riscaldata dal fuoco, ma dall'azione divina: in essa, Dante non vede nulla, tranne le bolle che fuoriescono in superficie e il gonfiore che si alza e si abbassa di continuo.

    Mentre il poeta osserva la pece, Virgilio lo nasconde: Dante vede un diavolo, tutto nero, che corre velocissimo e agile su per il ponte. Ha un aspetto feroce, mentre spalanca le sue ali e tiene sulla spalla l'anima di un dannato, di cui afferra le caviglie con la mano artigliata. Il diavolo grida agli altri demoni, detti Malebranche, che sta portando lì uno degli anziani di Santa Zita (il comune di Lucca) e invita i compagni a gettarlo nella pece, mentre lui, intanto, tornerà in quella città, che è piena di ...

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    Last Post by joe 7 il 5 Mar. 2022
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  3. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 20

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 26 Feb. 2022
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    INFERNO, CANTO 20: OTTAVO CERCHIO O MALEBOLGE - QUARTA BOLGIA: GLI INDOVINI
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    Nella Commedia questa scena non c'è: Nagai ha mostrato un demonio che ruota le facce degli indovini come fossero delle lampadine. Tutti gli indovini della Bolgia hanno la faccia rovesciata.


    Dante e Virgilio arrivano alla Quarta Bolgia dell'Ottavo Cerchio, riservato ai Fraudolenti. Questa Bolgia è riservata agli Indovini, un altro tipo di fraudolenti. Su tratta di persone che fanno divinazioni, cioè previsioni sul futuro: salute, amore, lavoro, successo, eccetera. Le solite cose che prevedono gli indovini: in questo caso, i maghi, gli astrologi, i profeti televisivi e persone simili. Costoro violano in modo grave il primo Comandamento, cioè: "Non avrai altro Dio al di fuori di me". Conoscere il futuro non è possibile, perchè solo Dio conosce il futuro e solo Dio può rivelarlo: quindi gli Indovini ingannano o con la menzogna o usando arti magiche, cioè diaboliche. La magia, infatti, è di per sè diabolica, perchè non si basa su Dio, ma su forze demoniache che richiedono l'adorazione del demonio, anche se non esplicitata. Per questo si viola il primo comandamento. Lo stesso vale, anche se a livello minore, per la superstizione: il numero 13, i gatti neri che attraversano la strada, le previsioni dell'oroscopo e dei tarocchi, eccetera.

    Il fondo della Bolgia è tutto bagnato di lacrime, letteralmente: Dante vede avanzare una schiera di dannati che tacciono e piangono, avanzando lentamente come in una processione: ma stanno camminando all'indietro. Guardando più in basso, Dante capisce perchè camminano in quel modo: la loro figura è stravolta, perchè i loro visi sono completamente rivoltati all'indietro, così che essi sono costretti a camminare sempre a ritroso. Dante, essendo anche medico, pensa alla possibilità di una paralisi: ma la esclude subito, perchè sa che non esistono paralisi capaci di fare una cosa simile. E' talmente sconvolto nel vedere la scena che non può evitare di piangere, specie quando vede gli stessi dannati a loro volta versare lacrime che bagnano loro la schiena e le natiche. Dante si abbandona a un pianto dirotto di compassione che suscita l'aspro rimprovero di Virgilio: non si può piangere per delle anime scellerate che si sono rovinate da sole, che hanno rovina...

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    Last Post by joe 7 il 26 Feb. 2022
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  4. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 19

    INFERNO, CANTO 19 - OTTAVO CERCHIO O MALEBOLGE
    TERZA BOLGIA: SIMONIACI

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    Dante-simoniaci
    I simoniaci sono seppelliti a testa in giù, con solo i piedi scoperti e in fiamme (qui non presenti). Per la precisione, nella Commedia originale erano a testa in giù con le cosce che spuntavano fuori col resto delle gambe.


    LA SIMONIA

    Dante e Virgilio entrano nella Terza Bolgia dell'Ottavo Cerchio (detto Malebolge): è dedicata ai simoniaci, che sono coloro che hanno acquistato cariche ecclesiastiche (cioè diventare preti, cardinali, Papi) a pagamento; oppure fanno "servizi religiosi" a pagamento, tipo il battesimo, la cresima, la Messa. Il nome "simonia" viene da Simone il Mago, o Simon Mago, citato negli Atti degli Apostoli. Simon Mago voleva acquistare da San Pietro la capacità di donare lo Spirito Santo, che Pietro dava imponendo le mani ai cristiani, e a volte si compivano guarigioni. Ma Pietro scacciò via Simone, rifiutando il suo denaro.

    SAN-PIETRO-E-SIMON-MAGO
    Pietro rifiuta l'offerta in oro di Simon Mago.


    Però la simonia non è solo questo: si tratta anche di connivenza col potere, in cui la Chiesa obbedisce ai voleri di Cesare (cioè l'autorità laica), in cambio di oro o di privilegi. Infatti, una Chiesa che si sottomette allo Stato in cambio di privilegi perde la propria libertà, che è di natura divina, e commette peccato di simonia. In pratica, è la stessa cosa che è successa coi tre mesi di Covid del 2020 (da Febbraio ad Aprile, Pasqua compresa) fatti senza Messa per compiacere Cesare, cioè lo Stato. Oltre ad essere stato un atto sacrilego, è stato anche un atto di simonia. Che anzi continua ad essere commesso, con le rigidissime e assurde regole anticovid imposte dallo Stato e applicate senza esitazione nella Chiesa, soprattutto durante le Messe, massime in quelle domenicali.

    IL BATTISTERO DI FIREN...

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    Last Post by joe 7 il 19 Feb. 2022
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  5. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 18

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 12 Feb. 2022
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    INFERNO, CANTO 18 - OTTAVO CERCHIO O MALEBOLGE
    PRIMA BOLGIA: RUFFIANI E SEDUTTORI;
    SECONDA BOLGIA: ADULATORI

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    Tre dei dieci enormi fossati, dette Bolge, presenti nell'Ottavo Cerchio dei Fraudolenti; per questo l'Ottavo Cerchio è chiamato anche Malebolge. Però Nagai le presenta come dei pozzi, mentre invece sono dei fossati disposti in modo concentrico.


    Dante e Virgilio sono nell'Ottavo Cerchio dell'Inferno, dedicato ai fraudolenti, che sono i colpevoli di frode, o inganno, nei confronti degli sconosciuti. Invece, nel Cerchio successivo, il Nono e ultimo, ci sono i colpevoli di frode nei confronti di chi si fida di lui: per questo sono chiamati traditori, e sono considerati il massimo della malvagità. Tornando all'Ottavo Cerchio, è diviso in dieci enormi fossati, detti Bolge (antico termine fiorentino che indica una sacca). Per questo l'Ottavo Cerchio è chiamato anche Malebolge. E' un luogo con un baratro a strapiombo, dove, sulla parete rocciosa, si vedono dieci fossati concentrici, appunto le Bolge, che sono simili ai fossati dei castelli. Le Bolge sono unite tra loro da ponticelli rocciosi, simili ai ponti levatoi dei castelli. Nella Prima Bolgia ci sono i ruffiani e i seduttori. Un ruffiano è un mediatore di relazioni amorose illecite, su cui ha un guadagno. Siccome ricorre spesso ad ammiccamenti, complimenti, galanterie, la parola "ruffiano" indica anche persona untuosa, falsa, ipocrita. Si usa anche come aggettivo e come verbo: "arruffianamento" e "arruffianarsi". Questi dannati sono nudi e procedono in due file parallele che vanno in direzioni opposte: la fila lungo il margine esterno della Bolgia è quella dei ruffiani; quella lungo il margine interno è quella dei seduttori. Con loro ci sono dei demoni cornuti che li frustano da dietro in continuazione e li fanno camminare velocemente.

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    Nella versione di Nagai, comunque, i demoni frustano dappertutto...


    RUFFIANI: VENEDICO CACCIANEMICO...

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    Last Post by joe 7 il 5 April 2022
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  6. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 17

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    Divina Commedia
    Gerione
    By joe 7 il 5 Feb. 2022
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    INFERNO, CANTO 17 - SETTIMO CERCHIO, TERZO GIRONE: USURAI; GERIONE
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    GERIONE

    Gerione
    Il volto saggio e da brava persona di Gerione e tutto l'orrore che c'è dietro. Questo demonio è la rappresentazione dell'inganno.


    Siamo nel Settimo Cerchio, quello dei Violenti, diviso in tre Gironi. Abbiamo visto finora il Primo Girone, quello dei Violenti contro il prossimo (predoni e assassini); poi il Secondo Girone, quello dei Violenti contro se stessi (suicidi) e contro il patrimonio (scialacquatori). Infine il Terzo Girone, quello dei Violenti contro Dio: nella persona divina (bestemmiatori), nella natura (sodomiti) e nell'operosità umana (usurai, nel presente Canto).

    Arriva il demonio Gerione, dal volto umano e dalle fattezze bestiali, simbolo dell'inganno. Virgilio lo descrive come una belva dalla coda appuntita, che è in grado di arrivare ovunque e ovunque porta il suo fetore, cioè appunto l'inganno. Virgilio accenna al mostro di avvicinarsi all'orlo del baratro: Gerione obbedisce, appoggiando la testa e il busto sulla roccia, mentre la coda, simile a quella di uno scorpione, penzola, nascosta, nel vuoto. Ha il volto di un uomo giusto, insieme al corpo di serpente; ha due zampe pelose e artigliate; sul dorso e sul petto sono dipinti dei segni multicolori, simili ai tessuti dei Tartari o dei Turchi. Dante paragona l'animale a un burchiello: era un'imbarcazione con un'elegante cab...

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    Last Post by joe 7 il 5 Feb. 2022
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  7. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 16

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 11 Dec. 2021
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    INFERNO, CANTO 16 - SETTIMO CERCHIO, TERZO GIRONE: TRE SODOMITI; LA ROVINA DI FIRENZE
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    Dante e Virgilio davanti alla cascata del Flegetonte, il fiume di sangue bollente.


    ALTRI TRE SODOMITI

    Dante e Virgilio sono ancora nel Terzo Girone, quello dei sodomiti, e si stanno avvicinando alla cascata del Flegetonte, il cui rumore, da lontano, sembra quello di un'arnia piena di api. All'improvviso, tre dannati si staccano dagli altri e corrono verso Dante, gridandogli di fermarsi, poiché l'hanno riconosciuto come fiorentino come loro. Dante vede che sono ricoperti di piaghe, vecchie e recenti, causate dalla pioggia di fuoco e ne prova dispiacere. Virgilio invita Dante a fermarsi: dice che quelle sono tre anime di personaggi degni di rispetto, con cui è necessario essere cortesi. I tre dannati, per non smettere di camminare (se si fermano sono bloccati in quella posizione per cent'anni), iniziano a girare in tondo, simili a dei lottatori che si studiano per affrontarsi. Uno dei tre dice a Dante che, nonostante il luogo miserabile in cui si trovano e il loro aspetto bruciato dal fuoco, la loro fama terrena dovrebbe indurre il poeta a presentarsi loro e a spiegare loro per quale privilegio possa camminare vivo all'Inferno. Il dannato presenta i suoi due compagni: Guido Guerra, Tegghiaio Aldobrandi, poi si presenta: Iacopo Rusticucci. Dante si getterebbe nel sabbione per abbracciarli, se non glielo impedisse la pioggia di fuoco, così deve reprimere questo desiderio. Poi il poeta dice che il miserevole aspetto dei tre gli provoca non disprezzo ma dolore, tanto che ci vorrà del tempo per superarlo. Egli si presenta come fiorentino e dichiara di avere sempre sentito parlare di loro e delle loro opere. Dice inoltre che Virgilio lo guida sino al fondo dell'Inferno per consentirgli di salvarsi l'anima.

    canto-16-inferno-sintesi
    Dante e i tre sodomiti


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    Last Post by joe 7 il 27 Dec. 2021
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  8. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 15

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 4 Dec. 2021
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    INFERNO, CANTO 15 - SETTIMO CERCHIO, TERZO GIRONE: I VIOLENTI CONTRO NATURA - BRUNETTO LATINI
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    ARGINI INFERNALI

    Dante e Virgilio continuano il loro cammino, percorrendo uno degli argini del fiume di sangue Flegetonte, che attraversa il sabbione infuocato. Il fumo che si leva dal fiume rosso e bollente li protegge dalla pioggia di fiamme. Gli argini sono di pietra, alti e spessi, e Dante li paragona alle dighe di Wissant ("Guizzante" nelle Commedia), di Bruges ("Bruggia" nella Commedia) e di Padova (che aveva messo degli argini sul fiume Brenta). Wissant si trova nell'Alta Francia e si affaccia sul mare di Calais, proprio di fronte all'Inghilterra. Bruges, invece, è nel nord del Belgio, ma non si affaccia sul mare. Wissant e Bruges erano città fiamminghe, assai frequentate nel Duecento dai mercanti fiorentini e, quindi, probabilmente, anche da Dante.

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    Questa immagine degli argini di Bruges dà l'idea della descrizione di Dante.


    BRUNETTO LATINI

    I due poeti si sono ormai allontanati dalla selva dei suicidi a tal punto che Dante non riesce più a vederla. Ad un certo punto, Dante scorge un gruppo di anime che si avvicinano all'argine e guardano i due dal basso, strizzando gli occhi come fanno i vecchi sarti per vederci bene quando devono infilare l'ago nella cruna. Sono i violenti contro natura o sodomiti (cioè gli omosessuali), che devono camminare sul sabbione infuocato in mezzo alla pioggia di fuoco. Una delle anime della schiera si avvicina a Dante e lo tira per il lembo della veste: il poeta lo guarda bene e, nonostante il suo viso sia tutto bruciato dalle fiammelle, lo riconosce: é Brunetto Latini, il suo maestro di retorica. Ai tempi di Dante non c'erano tante possibilità di proseguire gli studi in letteratura e retorica, se non affidandosi a un maestro privato. Dante quindi si affidò a Brunet...

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    Last Post by joe 7 il 5 Dec. 2021
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  9. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 14

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 27 Nov. 2021
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    INFERNO, CANTO 14: SETTIMO CERCHIO, TERZO GIRONE: I VIOLENTI CONTRO DIO (BESTEMMIATORI)
    (primo post: qui; precedente post: qui)

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    Dante raccoglie i rami spezzati dell'albero del fiorentino suicida e li pone alle sue radici, poi segue Virgilio sino al confine tra il secondo e il terzo girone del Settimo Cerchio. E' una landa desolata dove non cresce alcuna pianta ed è ricoperta da una spessa sabbia. Dante la paragona al deserto libico attraversato da Catone l'Uticense (vedi più sotto). Dante ora ha raggiunto il Terzo Girone, quello dei Violenti: i bestemmiatori, gli usurai e i sodomiti. Su questa sabbia, le anime dannate giacciono in modo diverso: i bestemmiatori sono sdraiati supini, cioè distesi sulla schiena; gli usurai siedono raccolti; i sodomiti camminano senza posa. Anzi i sodomiti sono molto più numerosi degli altri. Su tutti loro cade una pioggia di larghe falde (cioè porzioni più larghe che spesse) di fuoco, simili a fiocchi di neve che cadono senza essere sospinti dal vento. Le falde infuocate richiamano la punizione divina contro le città bibliche di Sodoma e Gomorra: Dante le paragona alla pioggia di fuoco che Alessandro Magno vide cadere dal cielo in India.1 Le fiammelle surriscaldano la sabbia che diventa rovente e tormenta le anime, che tentano continuamente di scacciare da sé il fuoco che cade agitando le mani. Tutte le anime piangono e si lamentano in modo miserabile, in modo particolare quelle distese (i bestemmiatori).

    IL BESTEMMIATORE CAPANEO

    Capaneo
    Capaneo dovrebbe essere sdraiato e non in piedi: in ogni caso, questa immagine rappresenta la sua superbia.


    Dante nota che un dannato, dall'aspetto imponente, è sdraiato sul sabbione infuocato e non sembra preoccuparsi delle fiammelle che gli cadono addosso, tanto da mostrare uno sguardo sprezzante, dando così l'impressione che la pioggia di fuoco non gli dia dolore. Dante chiede a Virgilio chi sia: ma il dannato sente la sua domanda e risponde lui stesso, gridando in modo arrogante, senza rivelare il suo nome. Dice che lui è da morto tale quale era da vivo: anzi, se ...

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    Last Post by joe 7 il 27 Nov. 2021
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  10. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 13

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 20 Nov. 2021
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    INFERNO, CANTO 13: SETTIMO CERCHIO, SECONDO GIRONE - I SUICIDI (VIOLENTI CONTRO SE STESSI) E GLI SCIALACQUATORI (VIOLENTI CONTRO IL PATRIMONIO)
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    Sempre nel Cerchio dei Violenti, Dante e Virgilio si incamminano per un'orribile selva piena di alberi neri, contorti, dalle foglie nere, con, al posto dei frutti, spine velenose. Nemmeno i luoghi più selvaggi della Maremma1 hanno una boscaglia così aspra, dice Dante. Le Arpie divorano le foglie in continuazione, provocando misteriosi lamenti. Virgilio spiega a Dante che si trovano ora nel secondo girone del Settimo Cerchio, quello dei violenti contro se stessi, cioè i suicidi. Dante non capisce da dove vengano questi lamenti: pensa che degli spiriti si nascondano tra le piante. Ma Virgilio lo invita a spezzare un ramoscello da uno degli alberi. Dante obbedisce e, appena lo fa, dal tronco esce la voce di uno spirito che lo accusa di essere impietoso, mentre dal fusto esce sangue nero. I suicidi quindi vengono trasformati in alberi tormentati dalle Arpie.

    IL RICHIAMO ALL'ENEIDE

    Enea
    La famosa scena di Enea che fugge da Troia in fiamme, portando con sè il padre Anchise,
    simbolo del passato e della tradizione, e il figlio Ascanio (qui non raffigurato), il simbolo del futuro.


    La scena dei suicidi trasformati in alberi richiama un'altra scena simile, presente nell'Eneide di Virgilio, la guida di Dante. Infatti, nel III Canto dell'Eneide, Enea racconta a Didone che una volta strappò alcune fronde per coprire l'altare che aveva appena eretto. Ma da queste vide colare un fiotto di sangue nero, e sentì la voce di Polidoro, il figlio di Priamo, che gli raccontò come morì ucciso: le fronde infatti erano una volta le frecce con cui era stato trafitto Polidoro. Il suo cadavere si trovava proprio sotto l'altare, ma non perfettamente sepolto: quindi l'anima non era ancora entrata nell'Ade e vagava errante e disperata sulla Terra, come un fantasma. Allora Enea fece tumulare degnamente il corpo di Polidoro.

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    Last Post by joe 7 il 20 Nov. 2021
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