INFERNO, CANTO 28 - OTTAVO CERCHIO O MALEBOLGE
NONA BOLGIA: SEMINATORI DI DISCORDIE(primo post: qui; precedente post: qui)
I dannati qui vengono tagliati in continuazione dai demoni a colpi di spada.
Virgilio e Dante sono sempre nell'
Ottavo Cerchio dell'Inferno, riservato ai
Fraudolenti: sono appena arrivati alla
Nona Bolgia (la penultima delle Dieci Bolge, o fosse), riservata ai
Seminatori di discordie. E Dante dice che lo spettacolo della Bolgia che ha visto è così orrendo e truculento, pieno di sangue, arti mozzati, membra tagliate a pezzi ed orrori simili, che non c'è scena di guerra, per quanto grande, che possa reggerne il confronto. I diavoli, con delle spade, tagliano a piacere i dannati, provocando loro delle ferite spaventose e mortali, che però non provocano mai la morte e si rimarginano lentamente. Ma, appena guariscono, vengono tagliati di nuovo. E' la legge del contrappasso: coloro che hanno provocato divisione e discordie nella vita, saranno sempre divisi in continuazione in questo modo all'Inferno. Tra le battaglie che Dante cita, ci sono quelle combattute nell'Italia meridionale, che Dante chiama genericamente
Puglia. In particolare, cita la terribile disfatta romana di
Canne, in cui i Romani persero contro Cartagine, rappresentata da Annibale. In quella spaventosa sconfitta, che fu un vero e proprio carnaio, Tito Livio, lo storico romano, narra che i Cartaginesi, con gli anelli tolti ai cadaveri romani, fecero un mucchio enorme. Da qui la citazione di Dante:
per li Troiani e per la lunga guerra (per i Romani - chiamati qui Troiani, perchè discendenti di Enea - e per la lunga guerra (di Canne)che de l’anella fé sì alte spoglie, (che produsse un gran bottino di anelli ("alto": come dire un mucchio di anelli molto alto)come Livio scrive, che non erra, (come scrive Livio che non sbaglia,)Per fare altri confronti con guerre truculente, Dante cita anche le guerre combattute dal condottiero
Roberto il Guiscardo contro i musulmani, che tenevano in mano la Sicil...
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