Il blog di Joe7

  1. OSSERVAZIONI SULLO ZAGOR DI OGGI (Ivan)

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    Ivan
    Zagor
    By joe 7 il 8 Feb. 2019
     
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    OSSERVAZIONI SU ZAGOR (IVAN)

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    ZAGOR: IL MODO DI RACCONTARE

    Uno dei segreti della scorrevolezza di Nolitta era lo svolgimento lineare del racconto. In questo modo, non è richiesto alcuno sforzo di raccordo al lettore, che è sempre sul pezzo della vicenda in modo naturale. Da molti anni si è invece virato verso il modus a là "telefilm amerigano", che prosegue a forza di flash: un po' avanti, un po' indietro. Che ci sta, eh, per amor del cielo, se la storia lo richiede va bene. Però:

    1) è molto più faticoso da seguire
    2) si discosta mostruosamente dall'impostazione originale della testata
    3) e soprattutto non è possibile che sia diventato praticamente L'UNICO MODO di impostare la narrazione, sennò non sei "moderno".

    La mia sensazione è che si stia cercando di adattare lo stile narrativo di Zagor alle nuove tendenze del pubblico moderno, nel tentativo di acquisire nuovi lettori. Ma su Zagor non funziona, non può funzionare. Si rischia di stravolgere lo spirito della collana, trasformandola in un prodotto né carne né pesce, che alla fine, oltre a non attirare nuovi lettori (che hanno già una vastissima scelta di altri fumetti impostati su quello stile) rischia di scontentare pure i lettori “storici”.

    E' una strategia cerchiobottista che considero fallimentare. Secondo me, Zagor deve rimanere sui binari originari e tenersi ben stretto il suo attuale pubblico. Io vorrei altre storie tipo "Servizio segreto" fino alla morte mia o della collana. Ma vedere allegramente su Zagor cose alla “MATRIX REVOLUTION” (come in "Resurrezione") mi fa accapponare la pelle, e non mi importa se ci si rifà al serial-style che va de moda adesso: se compro il fumetto Zagor voglio trovarci ZAGOR, non un sottoprodotto di imitazione Marvel. Per tanto così, risparmio 3,50 euro e mi rileggo all'infinito i vecchi albi. Spiace di essere così drastici con un vecchio amore, ma se si prosegue su questa linea il “divorzio” diviene quasi naturale. E se per caso non dovessi essere l'unico lettore della vecchia guardia a sentirsi deluso dall'andazzo, la cosa dovrebbe essere assai preoccupante per gli editori della serie.

    IL PROBLEMA DI CICO

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    Di Cico su Zagor gli autori di oggi non sanno proprio che farsene. Non sono assolutamente in grado di farlo interagire con Zagor. E dire che basterebbe rileggere una storia come Angoscia, Il re delle aquile, Odio!, Sfida all'ignoto, Oceano, La marcia, Gli evasi...

    Solo che non è sufficiente “rileggerle”: un autore dovrebbe anche capire come Nolitta sfruttava il suo Cico. Altrimenti ne uscirebbe solo una vaga imitazione superficiale, un buffone che combina guai e basta. Non avrebbe l'anima di “quel” Cico. Personalmente, credo che gli unici autori che si siano avvicinati all'essenza del vero Cico siano stati Castelli (es: Il ritorno del vampiro)e Melloncelli (es: La città nascosta). Il loro Cico è quasi indistinguibile da quello di Nolitta, sia per personalità che per il suo utilizzo all'interno delle storie.

    Tralasciando il Cico di Toninelli (che veniva estromesso subito all'inizio di una storia e buonanotte, es: I guerrieri della città sepolta), di Boselli (un pagliaccio affetto da bulimia, es: Ombre su Darkwood), e di Burattini (che, nonostante gli "Speciali Cico" da lui sceneggiati, non mi sembra che lo “senta” come personaggio), si può concludere che Cico non si vede più da 30 anni, se non in modo sporadico.

    Questo non si ripercuote solo sul personaggio “Cico” in sé: anzi, ha delle conseguenze serie sull'intera collana di Zagor, dato che, se il fumetto "Zagor" comunicava una sensazione positiva al lettore era (anche) per l'apporto fornito dal suo coprotagonista Cico. Se immaginiamo di togliere Cico dallo Zagor di Nolitta, ci rimane solo un avventuriero solitario che vive storie ben narrate...ma prive di quel gradevolissimo equilibrio tra dramma e commedia che gli conferiva la presenza di Cico. Non so quanto Nolitta l'abbia creato intenzionalmente: sta di fatto che, con la combinazione Zagor+Cico aveva azzeccato un'alchimia perfetta.

    Ora questa alchimia si è spezzata, poiché sia Zagor che Cico sono mutati. Si chiamano ancora “Zagor” e “Cico”, ma non sono più dei personaggi armonici fra loro. La loro unione non provoca più quel magico effetto di reciproca complementarità che gli aveva dato Nolitta. Zagor se ne va a salvare l'universo per fatti suoi, e Cico se ne sta in disparte a dire “Beh, tanto fa tutto lui, io posso starmene qui a svuotare la dispensa”. Mah. E poi ci si sorprende della disaffezione dei vecchi lettori.

    Ma che attrattività può avere un fumetto in cui i due protagonisti interagiscono in modo forzoso, senza più nessuna logica di coesistere assieme nella stessa storia? Non è più quel Cico così in simbiosi col personaggio di Zagor come lo era sotto Nolitta. L'armonia tra due personaggi così particolari poggia su equilibrio delicatissimo: basta poco per far sì che il lettore si chieda cosa diavolo ci fanno insieme Cico e Zagor. Con Nolitta invece questo non capitava mai: il fatto che Zagor e Cico stessero assieme sembrava la cosa più normale del mondo.

    E non vale nemmeno la scusa “Ma ormai Nolitta non c'è più, quindi non può più esserci neanche il suo Cico”, dato che Castelli e Melloncelli sono riusciti a proporre un Cico perfettamente nolittiano. Quindi significa che quel Cico PUÒ essere riprodotto anche al di fuori di Nolitta. Che poi alcuni autori non riescano a riprodurlo bene (o non sempre bene) è un altro discorso.

    LA SPAVENTOSA FORZA DI ZAGOR
    (MALOFACEVAANCHENOLITTAEH!)

    zg-front


    Non mi è più chiaro cosa Zagor sa fare e cosa non sa fare. Il repertorio delle sue acrobazie è a tratti sconfinato e a tratti limitato. Mi ritrovo a vederlo in una situazione di pericolo e non riesco più a giudicare la gravità del pericolo. Prendiamo come riferimento i dati di fatto:

    - una volta Zagor si lancia contro un battaglione di fucilieri e li stende tutti a suon di sberle.
    - una volta Zagor, appollaiato su un ramo, se la fa sotto sperando che UN (1) indiano non rivolga lo sguardo verso l'alto.
    - una volta è all'angolo pronto ad essere ammazzato come un tordo, poi evoca magicamente il Wendigo che sistema tutta la faccenda e buonanotte.
    - una volta evade da una cella piegando le sbarre della porta a mani nude.
    - una volta si fa stendere da un vecchietto armato di un bastone da passeggio.
    - una volta è legato ad un tronco, lo sradica e lo usa come ariete.

    Eccetera. Insomma, mi pare che le facoltà dello Spirito con la scure siano un pochettino incoerenti da una situazione all'altra. E' come se non ci fosse un modello-standard a cui ispirarsi, così ogni autore gli attribuisce le facoltà che preferisce. Eppure il modello C'E': Zagor è un boscaiolo con abilità atletiche un po' superiori alla media dei comuni trapper. Tutto qui. Nulla di straordinario o di supereroistico. Così lo ha creato Nolitta, e così deve essere Zagor. Qualsiasi deviazione da questo modello descrive un ALTRO personaggio, non un'evoluzione dello stesso (come dicono fino alla nausea i lettori "innovatori", n.d.Joe7).

    Anticipo la fin troppo ovvia obiezione: in alcune circostanze, lo stesso Nolitta ha connotato il suo Zagor di abilità iperboliche che contraddicono un po' il modello-standard da lui stesso stabilito. Per esempio, in Sulle orme di Titan strappa i braccioli di metallo che lo tengono inchiodato alla parete. Tuttavia, delle esibizioni SPORADICHE di abilità superiori alla norma non devono essere usate come alibi per giustificare la loro ricorrenza in modo FISSO. "L'ha fatto anche Nolitta", la classica frase-tormentone standard giustificatrice di tutto (nota di Joe7): ma basta forse una episodica esagerazione per creare un precedente e sdoganare il diritto di far compiere a un semplice boscaiolo imprese da supereroe Marvel?

    A me piace lo Zagor "umano" che si comporta come tale, nei pensieri e nelle azioni. Purtroppo, ultimamente, somiglia più a un Blade o a un Neo di Matrix, nella sua (fastidiosissima) impassibilità emotiva di fronte a fenomeni straordinari e nella sua nonchalance con cui si sbarazza degli avversari come fossero dei noiosi moscerini. Non so proprio a quale tipo di pubblico si voglia ammiccare, proponendo un personaggio del genere. I bimbotonti a cui piacciono gli eroi ieratici e spaccamontagne (tipo appunto Blade o Neo) hanno GIA' una vastissima scelta di prodotti impostati su quel modello, e non vanno certo a ricercarlo in un fumetto come Zagor. Con questi maldestri tentativi di rincorrere le mode si rischia non solo di non arruffianarsi dei nuovi lettori, ma pure di scontentare quelli vecchi. Insomma, a CHI giova il deviare dal classico modello zagoriano stabilito da Nolitta?


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    Edited by joe 7 - 5/5/2022, 23:27
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